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Social-dipendenti, rischio ansia e insonnia

Social-dipendenti, rischio ansia e insonnia

Social-dipendenti, rischio ansia e insonnia

Uno studio dell'università Suor Orsola Benincasa fa il punto sull'uso-abuso del web. Il 95 per cento degli intervistati accede ogni giorno in rete. Il 70 per cento per oltre tre ore. E in certi casi si manifestano patologie da info-overdose

di GIUSEPPE DEL BELLO
 

Quelli che non si staccano dal video nemmeno con le cannonate. Che navigano nel web spasmodicamente, fino a essere risucchiati dal gorgo delle news di internet. Ed è proprio la messe infinita di notizie che fa vacillare la capacità di capire e, soprattutto, di distinguere la notizia vera dalla bufala. L'unica certezza diventa il dubbio costante: sono in grado di interpretare la verità? D'altronde, anche dando per scontata l'intuitività del web high user, le conseguenze psicofisiche potrebbero ripercuotersi su fisico e psiche.

Informazioni in rete. Tante, troppe. Alla grande abbuffata da social network siamo esposti tutti, dipende da quanto si è capaci di dire basta. A fare il punto sul tema è, adesso, il rapporto biennale "Infosfera" redatto dall'università Suor Orsola Benincasa. La ricerca ha messo in luce, in premessa, come tutta l'Italia (e non solo) sia in balia del web, quasi stritolata tra fake news e patologie da info-overdose.

Ma la ricerca rivela anche le percentuali che scandiscono un allarme da non sottovalutare. Si parte dall'ottantasette per cento degli abitanti italiani che non ha alcuna fiducia nelle notizie date dai social network e l'ottantadue per cento che, invece, si rivela incapace. Di cosa? Di non saper riconoscere, di non riuscire a riconoscere, la bufala che può annidarsi dietro un certo tipo di informazioni veicolate via web.

Il report analitico, realizzato dal gruppo di ricerca sui mezzi di comunicazione di massa guidato da Umberto Costantini, docente di Teoria e tecniche delle analisi di mercato, e da Eugenio Iorio, docente di Social media marketing, ha coinvolto un campione di 1520 persone, con un margine di errore stimato intorno attorno al 2,5 per cento. Il quadro che emerge è quello di una collettività di social-dipendenti sempre più minacciata da ansia e insonnia. L'indagine rivela che il 95% del campione utilizza quotidianamente internet, quasi il settanta per cento lo fa per più di tre ore al giorno e il trentadue va ben oltre le cinque.

La metà del tempo viene utilizzato a volare da un social network all'altro. Si salverebbero solo gli over 85 (ma parliamo di una fascia numericamente limitata, ovviamente) perché non si connette mai. Stati d'ansia all'8,68 per cento e insonnia al 16,84 per cento, mentre confusione e frustrazione si attestano al 6,38. Ma non mancano i disturbi fisici: dolori addominali e mal di testa che si fanno sentire dall'8,36 per cento seguito da un 9,93 a cui la memoria presenta segni di indebolimento.

Tornando alla fiducia, si registra che per il 96,61 per cento degli intervistati il sistema di informazione non dimostra che la democrazia italiana è in salute, mentre per il 98,75, al contrario, non è la dimostrazione che la democrazia sia debole. Non ci sarebbe dunque relazione tra lo stato del sistema dell'informazione e la qualità percepita della democrazia. Anzi, il concetto di libertà sarebbe positivamente percepito proprio dalla presunta libertà offerta dalla rete.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://napoli.repubblica.it/cronaca/2018/08/11/news/social-dipendenti_rischio_ansia_e_insonnia-203852129/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.cufrad.it)