338-1938888 o 331-2460501/2/3 o 0172-55294[email protected]

News di Alcologia

GAP: in crescita gli scommettitori patologici

cufrad news alcologia GAP dipendenza

In crescita gli scommettitori patologici

Un'ossessione compulsiva. Una forza misteriosa che spinge in un labirinto dal quale non è semplice uscire. Sempre più persone ricorrono al

Sert per patologia da gioco. «Il problema sociale esiste - dice Vincenzo Balestra, che da anni dirige il Servizio di tossicodipendenze

dell'Ulss -. Sono adulti ma anche giovani. Li accogliamo. Parliamo con loro. Se il disturbo si accompagna ad altre dipendenze li trattiamo

noi, li affidiamo alle psicologhe o ai gruppi di psicoterapia. Altrimenti li mandiamo alla cooperativa sociale Nuova Vita qui in città, che è

inserita nel nostro dipartimento ed effettua piani di recupero clinico. La questione è che questa patologia non è riconosciuta nei Lea, i

Livelli essenziali di assistenza. Facciamo un servizio socialmente utile ma da carbonari. Non c'è nessuno a livello nazionale o regionale che

ci autorizzi a farlo». Un paradosso. Lo conferma il dott. Graziano Bellio, psichiatra, direttore del dipartimento di dipendenze dell'Ulss 8,

con competenza su Conegliano, Treviso, Castelfranco, il quale, proprio la prossima settimana, avvierà, per conto della Regione, un progetto

che si chiama "Gap-net", dove "Gap" sta per "Gioco d'azzardo patologico", per lanciare sul territorio alcuni ambulatori di ascolto e

consulenza, e sperimentare una prima rete di assistenza, creando un modello da esportare nelle altre province del Veneto. Un primo progetto regionale Bellio lo ha già condotto in porto lo scorso anno, per cui ora parte da una preziosa base di esperienza. «È vero: nessuno ci ha mai

detto di curare queste persone. Nessuno ci ha mai detto che è un servizio pubblico. Lo Stato incassa i proventi dei giochi d'azzardo ma poi

lascia i problemi alle famiglie, ai Comuni, alle aziende sanitarie, alle Regioni. Ora è il momento di trovare i soldi per questi servizi.

Secondo me dovrebbe finanziarli l'industria del gioco che in un anno incassa qualcosa come 72-75 miliardi».
Il fenomeno è in crescita. Così la richiesta di aiuto. «Il gioco patologico colpisce lo 0,8 per cento degli adulti ma pone problemi più

grossi fra i giovani, che se spendono i 50 euro della mancetta mensile per i gratta & vinci poi chissà cosa faranno quando avranno un reddito

proprio». La colpa ? «Di politiche dissennate. Le occasioni sono ormai tantissime, nei negozi, nei supermercati, nelle tabaccherie, nelle

edicole». Sì - dice il dott. Claudio Vencato, capodipartimento dell'Ulss 6 per le problematiche legate all'infanzia, all'adolescenza e alla

famiglia - «l'orco è lo Stato, che propone un'offerta smodata». Si è passati dal lotto una volta la settimana a una miriade di opportunità a

scapito dei più fragili. «Si è passati - spiega Vencato - dal panem et circenses a queste ipotesi di arricchimento e svago che attecchiscono

maggiormente in tempi di crisi economica e incertezza sociale. Preoccupano molto i giovani. Il 10% sono a rischio. È una percentuale molto

alta. Importante è la prevenzione. I genitori devono sentirsi responsabilizzati. Per far superare le difficoltà devono abituare i figli alla

sofferenza mentale».


(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)