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Superenalotto: rischio GAP

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La pressione crescente legata alla pubblicità per uno straordinario 'jackpot' può scatenare nelle persone predisposte lo sviluppo della dipendenza dal gioco d'azzardo. Lo rivela, con uno studio su una specifica parte del cervello, il professore Stefano Pallanti, fiorentino, da due anni direttore del centro per la cura del gioco d'azzardo patologico del Mount Sinai di New York. "Il tallone d'Achille del candidato a diventare giocatore patologico d'azzardo - spiega l'autore della ricerca - sarebbe rappresentato da una scarsa attivazione di una specifica porzione dei nuclei della base cerebrale: la zona ventrale del nucleo caudato destro del cervello". Incrementando le situazioni di rischio attraverso il gioco e la crescente posta, le persone stimolano queste aree del cervello in modo da avere una maggiore autogratificazione. Secondo lo studio, più queste strutture si attivano e più facilmente si creerà un'abitudine nell'individuo e una maggiore ricerca del rischio, sviluppando circuiti nervosi di cui un soggetto può diventare schiavo con modalità simili alla dipendenza dalle droghe, dal cibo o dall'alcol