Il Belgio ha lanciato un paio di anni fa una campagna preventiva per salvaguardare i più piccoli dall’esposizione alle onde elettromagnetiche dei telefonini: tra le misure previste anche il divieto di pubblicità di cellulari dirette ai minori, la fabbricazione di giocattoli che riproducono telefonini e l’obbligo per i produttori e i venditori di informare i clienti circa i livelli di irradiamento dei telefonini acquistati. Ma anche il neo presidente francese Emmanuel Macron ha annunciato, ribadendo quanto già previsto dal Code de l’éducation, di voler bandire l’uso dei telefonini a scuola fino a 15 anni. Divieto caduto per gli alunni di New York per il pressing dei genitori ansiosi sull’impossibilità di contattarli a scuola.

IN IRLANDA una proposta di legge punta a vietare la vendita di smartphone ai minori di 14 anni e a sanzionare, con multe da 100 euro, i genitori che li lascino da soli connessi a internet. Nella città giapponese di Kariya tre anni fa le autorità hanno imposto il divieto di usare smartphone dopo le ore 21 ai 13mila bambini tra i 6 e i 15 anni, ma senza multe ai genitori. In Italia il divieto di cellulari a scuola è del 2007, ma il Piano nazionale per la scuola digitale ha in parte superato un ‘niet’ troppo drastico, scegliendo di ‘accompagnare’ gli studenti nella scoperta del digitale.

PER I BAMBINI ancora più piccoli si è molto discusso di un divieto assoluto in occasione dell’approvazione della nuova legge sul cyberbullismo. Che secondo alcuni pedagogisti, come Daniele Novara, ha rappresentato «un’occasione sprecata» perché «non si è avuto il coraggio di mettere dei divieti nella vendita dei dispositivi digitali ai bambini, lasciando le famiglie in balia di un marketing sempre più cinico». Il ragionamento è questo: se la vendita di alcol e tabacco è proibita ai minori di 18 anni come è possibile che «un bambino di 8 anni possa acquistare uno smartphone con internet incorporato o usare videogiochi violenti e addirittura finire a iscriversi sui social network senza nessuna sostanziale limitazione?». Intanto, oltreoceano, è già scattata la raccolta di firme per sottoporre il divieto al voto nel 2018: l’iniziativa si chiama Difesa dell’infanzia naturale ed è del gruppo Parents Against Underage Smartphones (Genitori contro gli smartphone ai minorenni).

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copia integrale del testo si può trovare al seguente link http://www.quotidiano.net/esteri/smartphone-bambini-1.3214609

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)