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Ludopatia: fenomenologia di una dipendenza

Ludopatia: fenomenologia di una dipendenza

Ludopatia: dipendenza che può distruggere la vita

La ludopatia è una vera e propria dipendenza in continua crescita anche in Italia. Anche tra i giovani.

 

I danni alla salute causati dalla ludopatia hanno una gravità simile a quelli causati da droghe e alcol. Forse sono danni meno evidenti.

Le persone che avvertono la necessità di tornare a sedersi davanti a una slot machine, una roulette o a un tavolo di blackjack sono ogni giorno di più. Secondo alcuni autori, la ludopatia è la patologia da dipendenza a più rapida crescita tra i giovani e gli adulti.

In Italia questa colpisce circa 900.000 persone. Il trend è in continua crescita soprattutto a causa del web. Dove non solo accedere al gioco d’azzardo è più facile, ma dove è anche più semplice nascondersi agli occhi degli altri.

Se il numero di persone affette da ludopatia è molto alto, decisamente più basso è quello delle persone ufficialmente in cura, che si attesta sui 7.000 pazienti.

Questo disturbo è più comune tra gli uomini, anche se negli ultimi anni le statistiche fanno percepire un cambiamento di tendenza. Con il disturbo che sta arrivando ad interessare in ugual misura i due sessi.

Tra i maschi in genere il disturbo inizia negli anni dell’adolescenza, mentre nelle donne inizia all’età di 20-40 anni.

Giovani e ludopatia

Sono infatti circa 800 mila i bambini ed i ragazzini fra i 10 e i 17 anni d’età a rimanere ammaliati dal gioco d’azzardo, dalle luci di videopoker e slot-machine, ma anche da gratta e vinci, superenalotto e scommesse di vario genere.

Addirittura, anche prima, fra i 7 e i 9 anni, lotterie e bingo hanno già fatto fuori le paghette settimanali: accade in Italia a 400 mila giovani italiani, bambini in questa fascia d’età.

Per divertimento, per avere un’emozione o per guadagnare qualcosa: la malattia del gioco si insinua fra i giovanissimi mentre gli adulti nascondono la testa sotto la sabbia.

Tanto che uno su tre afferma di non ricordare o non sapere se i propri figli giochino.

I dati che testimoniano come gli italiani, soprattutto i più giovani, siano malati di scommesse è il risultato di un’ indagine sul gioco d’azzardo fra i minori condotta da Datanalysis e voluta dall’Osservatorio Nazionale sulla salute dell’infanzia e dell’adolescenza (Paido’ss) e dalla Società Italiana Medici Pediatri (SIMPe).

Presentata durante l’International Pediatric Congress on Environment, Nutrition and Skin Diseases di Marrakech.

Si è in presenza di un’emergenza sociale alla quale la Società italiana dei medici pediatri sta cercando di porre un primo argine attraverso una campagna di sensibilizzazione contro le ludopatie nei minorenni.

Cos’è la ludopatia

Per ludopatia (o gioco d’azzardo patologico) si intende l’incapacità di resistere all’impulso di giocare d’azzardo o fare scommesse. Nonostante l’individuo che ne è affetto sia consapevole che questo possa portare a gravi conseguenze.

Giocare diventa la cosa più importante, una necessità a cui non si può resistere. Anche più della famiglia, del lavoro e dei soldi risparmiati.

Quando il gioco diventa prioritario ha delle ripercussioni gravi sulla vita sociale e lavorativa dell’individuo. Il giocatore patologico ha un continuo bisogno di mettersi a giocare e se non lo fa è irrequieto, nervoso. Come in astinenza dalla droga. Più il gioco diventa importante, più alte sono le somme di denaro investite, fino all’indebitamento.

A questo livello si è superato il confine tra divertimento e dipendenza. Tra abitudine occasionale e malattia.

Nella quinta edizione del Manuale Diagnostico e Statistico dei Disturbi Mentali ( DSM-5 ), la ludopatia è classificata non più come un disturbo del controllo degli impulsi.

E’ ora classificata come disturbo da dipendenza, insieme alle dipendenze da alcol e droghe.

I legami tra ludopatia e dipendenza da alcol e droghe sono numerosi.

Comprendono criteri simili per fare la diagnosi, basi genetiche condivise, effetti simili sul sistema nervoso e approcci terapeutici comuni. Spesso queste dipendenze tendono ad associarsi.

Il passaggio dal divertimento alla ludopatia

Chi usa il gioco d’azzardo in maniera ricreativa e lo fa occasionalmente, difficilmente incorre nella dipendenza.

Ci sono delle condizioni che possono favorire lo sviluppo della ludopatia.

Come per la dipendenza da alcol e da droghe vi è una predisposizione genetica che aumenta il rischio del passaggio da divertimento a malattia.

Sembra che il corredo genetico sia determinante dopo che fattori ambientali stressanti portino ad utilizzare il gioco più frequentemente non più come divertimento, ma come evasione e distrazione. I fattori ambientali che portano alla necessità di distrazione possono essere i più disparati. Un licenziamento, un divorzio, il pensionamento, il tempo che passa.

A questo punto il gioco diventa un regolatore emotivo, una sorta di antidepressivo.

Il gioco d’azzardo viene considerato un modo per sfuggire ai problemi o per trovare sollievo a disturbi dell’umore (es. sentimenti di impotenza, di colpa, ansia e depressione).

Scatta piano piano la perdita di controllo in cui l’influenza genetica pare importante.

La ludopatia si sviluppa più facilmente in chi ha già un disagio psicologico. Magari un’infanzia problematica con genitori dipendenti da droghe o gioco d’azzardo. Anche i soggetti “schiavi del lavoro”, molto competitivi e iperattivi sono a rischio. I pensionati e gli anziani in genere sono un’altra categoria a grosso rischio di ludopatia.

Vi è poi la la categoria di persone con problemi psicologici o psichiatrici. In questi casi lo sviluppo di ludopatia è frequente perché la patologia si presenta spesso in associazione ad altri disturbi psicologici. Come quello ossessivo compulsivo o quello antisociale della personalità. Disturbi psicologici e psichiatrici possono poi aggravare la ludopatia in un circolo vizioso dai risultati molto gravi.

Come già accennato anche l’associazione tra ludopatia e altri disturbi da dipendenza è ben consolidata e dimostrato.

Sistema nervoso centrale e ludopatia

Dal punto di vista neurologico sembra giochino un ruolo fondamentale un’attivazione della via che dal cervello porta alla secrezione di cortisolo e della via della dopamina. Vie caratteristiche dello stress.

L’iperattivazione di queste vie determina stati emotivi negativi e di chiusura in se in assenza del gioco.

Da qui nasce una necessità impellente di giocare che quando viene soddisfatta genera piacere.

La ludopatia è spesso accompagnata da disturbi cognitivi quali: alterazioni delle capacità di decisione, del controllo inibitorio sulle azioni e della flessibilità mentale.

Le persone affette da ludopatia, infatti, presentano comportamenti e atteggiamenti tipici.

Sono molto presi da pensieri riguardanti il gioco d’azzardo. Ripensano spesso all’esperienza di gioco e di scommesse passate. Programmano nuove giocate e cercano di trovare il modo di procurarsi denaro per andare a giocare. Hanno bisogno di aumentare sempre più la posta per eccitarsi (esattamente come avviene per le droghe).

Cercano più volte di controllare, ridurre o abbandonare l’abitudine al gioco d’azzardo ma non ci riescono. Tutte le volte che provano a resistere all’impulso di cedere a una scommessa o al gioco d’azzardo, diventano estremamente irascibili e nervosi.

Dopo aver perso soldi con le scommesse o il gioco d’azzardo tendono a tornare sui propri passi per rifarsi (inseguono le loro perdite).

Mentono costantemente alla propria famiglia, al medico (psicologo), agli altri per nascondere fino a che punto sono coinvolti nel gioco d’azzardo.

A causa del gioco d’azzardo queste persone arrivano a mettere in pericolo o a compromettere relazioni importanti, il lavoro, opportunità scolastiche o di carriera.

Possono trovarsi costrette a chiedere aiuto agli altri (amici o familiari) per trovare il denaro necessario per far fronte a situazioni finanziarie disperate, causate dal gioco d’azzardo.

Le fasi della ludopatia

Possiamo distinguere tra fasi evolutive di questa malattia:

  1. la luna di miele: caratterizzato da vincita, senso di prestigio, onnipotenza, Energia, benessere, autostima esagerata
  2. la rincorsa alla rivincita: in questa fase prevalgono la caduta della stima, la rincorsa del recupero, menzogne ai familiari, modifiche comportamentali con deterioramento delle relazioni, perdite finanziarie, tentativi inutili di smettere, false promesse a sé e ai familiari
  3. fase della disperazione: fase caratterizzata dalla consapevolezza della impossibilità di risolvere i problemi finanziari, ricerca del “ colpo grosso”, attività illegali per finanziare il gioco, fantasie di fuga e di suicidio

Accorgersi della dipendenza

Di solito nessuno se ne accorge finché non diventa grave, cioè quando la persona entra nella fase della disperazione.

In questa fase compaiono segni di squilibrio. Il lavoro va malissimo, compare insonnia, depressione. La persona diventa introversa.

Compaiono problemi di relazione. La persona malata di ludopatia inizia a sfuggire da amici e parenti perché deve nascondere i problemi economici.

Uno dei campanelli d’allarme più significativo è quando questa persona inizia ad avanzare richieste economiche anomale.

Le persone affette da ludopatia solitamente negano e arrivano a nascondere anche a loro stessi la gravità della loro dipendenza dal gioco d’azzardo. È molto difficile, dunque che riescano ad essere obiettivi circa la loro condizione.

Il ruolo della famiglia e degli amici è quindi fondamentale. Sono proprio i familiari a smascherare le menzogne del giocatore e a far venire a galla il problema. E’ importante l’aiuto e il supporto di amici e familiari nel convincerli a rivolgersi a uno specialista.

L’astinenza

A livello fisico si verifica una reazione nervosa e ansiosa con insonnia, tachicardia, sudorazione.

Come già accennato tutti sintomi di una iperattivazione della via che produce cortisolo, catecolamine e iperattività del sistema nervoso ortosimpatico.

La cosa più difficile da contrastare, però, è l’astinenza psicologica. Il chiodo fisso del tornare a giocare. È proprio su questo che lavora l’approccio psicoterapeutico e tutta quella parte del lavoro riabilitativo finalizzata alla prevenzione della ricaduta.

Il percorso di cura

Il percorso di cura per la ludopatia si articola su diversi livelli e diverse metodiche.

Con un approccio molto simile a quello usato per le dipendenze da droghe e alcol.

Molto dipende dalla gravità della situazione di partenza. La terapia è tanto lunga quanto è più bassa la motivazione iniziale e quanto è più alta la dipendenza da gioco d’azzardo.

Inizialmente può esserci il rapporto in ambulatorio con uno psicologo o uno psichiatra.

Di solito poi il paziente può essere inserito in gruppi con altre persone affette da ludopatia. Metodica utile per il confronto e il rafforzamento della motivazione.

Se la situazione di partenza è già molto grave, è necessario iniziare la cura presso delle comunità terapeutiche.

Accanto a queste strategie di cura si possono usare anche farmaci. Le cure farmacologiche, non sono risolutive. Sono di supporto sintomatologico e aiutano a contrastare l’impulso irrefrenabile di tornare a giocare.

Le forme di psicoterapia più utilizzate sono di tipo:

  • cognitivo-comportamentale
  • cognitivo
  • comportamentale di gruppo

I farmaci non sono necessari per tutti i pazienti. Il loro uso è riservato allo specialista psichiatra, dopo attenta valutazione delle condizioni del paziente.

Tra i farmaci più comunemente utilizzati ci sono:

  • farmaci antidepressivi
  • stabilizzatori dell’umore con effetti anti-impulsività
  • antagonisti dei narcotici

Il Decreto-legge 13 settembre 2012, n. 158 convertito con modificazioni dalla Legge 8 novembre 2012, n. 189, ha inserito la ludopatia nei livelli essenziali di assistenza (Lea). Con riferimento alle prestazioni di prevenzione, cura e riabilitazione rivolte alle persone affette da questa patologia.

Il ritorno dalla comunità

Nelle forme severe abbiamo visto come la strada migliore sia il ricovero in comunità specializzate in dipendenza. Incominciano ad essere sempre di più le sezioni dedicata alla ludopatia.

Dopo la permanenza in comunità il paziente torna a casa, in famiglia, a contatto con i parenti.

Mogli, mariti, fidanzati, compagni e amici vanno aiutati a capire cosa sta succedendo al loro caro e istruiti sull’atteggiamento migliore da adottare quando torna a casa.

È fondamentale che la persona continui a essere seguita. E’ meglio per chi esce da una comunità un periodo di monitoraggio e affiancamento per evitare le ricadute. Questo può avvenire riprendendo le sedute in ambulatorio e gli incontri con i gruppi di auto-aiuto per un periodo indefinito di tempo, ma che in alcuni casi può anche durare per la vita intera.

Le conseguenze peggiori

La conseguenza peggiore della ludopatia può essere il suicidio. Oppure una forma estrema di isolamento sociale e depressione con la perdita dell’intero contesto sociale, lavorativo e affettivo.

Senza contare le attività illecite in cui può essere coinvolta una persona pur di racimolare dei soldi da investire nel gioco, che quasi sempre portano all’indebitamento. Chi è affetto da ludopatia può arrivare a commettere furti o frodi.

Divieti e pubblicità

Il dibattito sulla necessità di aumentare i divieti ed eliminare totalmente la pubblicità è ancora molto vivo.

Di recente, attraverso l’articolo 7 del Decreto-legge 13 settembre 2012, è stato raccomandato ai gestori di sale da gioco e di esercizi in cui vi sia offerta di giochi d’azzardo di esporre, all’ingresso e all’interno dei locali, il materiale informativo predisposto dalle aziende sanitarie locali. Diretto a evidenziare i rischi correlati al gioco e a segnalare la presenza sul territorio dei servizi di assistenza dedicati.

La National Gambling Impact Study Commission (NGISC) americana raccomanda di sottoporre ad apposito training il personale dei casinò. Addestrandolo a riconoscere i sintomi del gioco d’azzardo patologico. Negando i loro servizi a questi clienti e fornendo loro con discrezione del materiale informativo sui programmi di trattamento o gruppi di auto-aiuto approvati dallo Stato.

(...omissis...)

copia integrale del testo si può trovare al seguente link: http://antonioriccipv.com/2017/11/28/ludopatia-dipendenza-distruggere-vita/

(Articolo pubblicato dal CUFRAD sul sito www.alcolnews.it)